Bombe verso edifici residenziali, requisizione di case, spari sui civili come fosse un gioco. Quando agli abitanti di Mariupol viene chiesto chi fosse a sparare, rispondono tutti allo stesso modo: “I nostri, gli ucraini”.
Il giornalista Vittorio Rangeloni, in Donbass dal 2015, ha raccolto numerose testimonianze degli abitanti di Mariupol, quelle che i media occidentali provano ad ignorare, ma che andrebbero ascoltate per capire meglio ciò che sta accadendo in Ucraina. Ancora un volta emergono i crimini di guerra commessi dai militari ucraini, in particolare dal gruppo neonazista Battaglione Azov.
Tra le tante storie che arrivano dall’Ucraina sulla violenza delle truppe russe d’invasione, ci sono anche le storie di chi viene bombardato dall’esercito che dovrebbe difenderlo.
“Hanno sparato alla gente vicino al pozzo”
Girando per il centro della città di Mariupol, Vittorio Rangeloni ha incontrato numerose persone. Quasi tutte chiedevano di avvertire i famigliari che vivono fuori dall’Ucraina che stavano bene e stavano vivendo in uno scantinato. Tra macerie, mezzi ucraini distrutti e tombe improvvisate nei giardini di casa, centinaia di persone camminavano alla ricerca di legna e cibo da cucinare tra le aiuole. Una coppia di mezza età ha rivelato tutti gli orrori che ha visto. “Sono nato a Mariupol e qui ho sempre vissuto. Da otto anni qui ci sono stati i nazionalisti – ha raccontato l’uomo – Non ne potevamo più del Battaglione Azov e di reggimenti simili, hanno stancato tutta la popolazione. Hanno sparato ogni notte per tre settimane consecutive. Andavamo a prendere l’acqua al pozzo, ma poi hanno fucilato tutti. Sono folli, sparano senza motivo, forse sono sotto l’effetto di droghe”. Dal racconto della coppia sembra che gli ucraini abbiano sparato come fosse un gioco. “Al pozzo li abbiamo sentiti parlare con le radio. Uno diceva: “Ora sparo qualche colpo nella tua direzione, tu rispondimi allo stesso modo”. Quei colpi sono arrivati e le schegge hanno colpito una bambina, le hanno tranciato le gambe”. “Anche a un altro incrocio sparavano a chiunque passasse, noi ci siamo salvati – ha aggiunto la donna – un signore ci ha trascinato nel portone di casa. A un’anziana l’hanno fatta sdraiare a terra mentre sparavano a due persone su un motorino”. Ancora una volta, poi, è emerso l’uso di edifici civili come basi militari. “Hanno mandato via la gente dai palazzi di nove piani – ha proseguito l’uomo – Li hanno costretti a uscire di casa o andare negli scantinati. Anche i dormitori sono stati fatti evacuare. Hanno occupato i piani alti, da lì correggevano il fuoco e sparavano. Sono loro i responsabili delle distruzioni”.
Un altro signore esplode di rabbia: “Hanno bombardato tutto, hanno distrutto le case. Sono stati proprio gli ucraini! Adesso sono nella fabbrica, non dovrebbero uscirne vivi, vanno uccisi”.
“Mio marito morto per far allontanare un carrarmato dai bambini”
Un’altra testimonianza drammatica arriva da una signora, sconvolta per aver perso tutta la famiglia per mano degli ucraini. “Avevano pizzato un carrarmato nel giardino, tra le nostre palazzine, mio marito è andato a dirgli di spostarsi perché era pieno di bambini, loro gli hanno sparato alle gambe. Il 20 marzo stava andando a medicarsi ma gli hanno sparato alla schiena, gli hanno perforato un polmone ed è morto all’istante. Tutti hanno storie simili da raccontare, ma molti hanno paura e non parlano, forse temono ancora per se stessi, ma cos’hanno da temere? La città non c’è più. Io ho perso tutta la famiglia, sono rimasta sola in città, non riesco a mettermi in contatto con nessuno fuori, perché non c’è linea. Chi è stato a sparare? Le forze Anti Terrorismo Ucraine. Ci hanno sparato i nostri, sono sicura al cento per cento. Sono gli stessi che derubavano i negozi. Non erano i civili a rubare, ma i militari. Ai civili sono rimaste solo le briciole. I militari ucraini rubano e sparano ai civili ucraini. È questa tutta la verità”.
Una bambina ferita a Donetsk
La mattina del 30 marzo, invece, è stata bombardata una palazzina residenziale, in un quartiere di Donetsk. Una bambina è rimasta gravemente ferita, portata in braccio dopo il bombardamento, una persona è morta e ci sono stati vari feriti. Alcune persone sono rimaste intrappolate dentro le macerie. Il sindaco di Donetsk, Alexey Kulemzin, ha accusato le forze armate ucraine del bombardamento, che non hanno confermato né smentito.
Per la stampa occidentale sono stati i russi a bloccare i corridoi umanitari, per non far uscire la gente dalla città, ma da queste e altre testimonianze emerge la distruzione provocata dall’esercito ucraino a danno dei suoi stessi cittadini. Crimini di guerra che si possono ritorcere contro anche dal punto di vista geopolitico, perché se la popolazione di Mariupol dovesse scegliere da che parte stare sulla cartina geografica, secondo queste testimonianze si schiererebbe con la Russia.