Cingolani e la truffa che (probabilmente) non c’era

Il mese scorso il Ministro della Transizione ecologica aveva parlato di “truffa colossale” in riferimento al caro-carburanti

Un articolo su Lavoce.info spiega che, probabilmente, quella truffa non esiste

Cingolani e la presunta truffa

Una prassi consolidata della stampa italiana è quella di dare ampio risalto – solitamente mai accompagnato da fact checking immediato – alle dichiarazioni di Ministri e VIP vari che evochino truffe, raggiri e altre ipotesi di reato. A maggior ragione quando la presunta vittima è il popolo intero, e i presunti carnefici appartengono a categorie particolarmente detestate dal suddetto popolo. Spesso alle dichiarazioni segue l’apertura di un’indagine da parte di una Procura, e ciò, presso un’opinione pubblica scarsamente istruita e affetta da giganteschi bias cognitivi, equivale ormai ad una sentenza di condanna. La realtà, naturalmente, imbocca spesso una direzione opposta; le indagini – aperte per obbligo di legge, dato che esiste l’obbligatorietà dell’azione penale – si concludono sovente con archiviazioni e proscioglimenti, senza che si arrivi neanche ad un rinvio a giudizio dei presunti colpevoli. È andata così per le famigerate ONG che soccorrono migranti in mare, accusate da molti politici di essere in combutta con gli scafisti o addirittura di essere da questi pagati: come spiegato da Fabio Albanese e Giuseppe Salvaggiulo su La Stampa, contro di esse sono state aperte 21 inchieste, tutte concluse con archiviazioni e proscioglimenti. Lo stesso potrebbe dirsi per fior di politici di ogni schieramento, risultati infine innocenti dopo anni di processi e gogne mediatiche degne della Corea del Nord. Più di recente, a finire nel mirino dei politici italiani sono stati i benzinai. Roberto Cingolani, Ministro per la Transizione Ecologica, il mese scorso aveva tuonato che sui carburanti era in atto una “colossale truffa”, e che i listini erano “letteralmente fuori controllo”. Anche in questo caso era puntualmente arrivata l’immancabile apertura dell’inchiesta da parte della Procura di Roma, che peraltro ha già sentito il Ministro come persona informata sui fatti.

C’è davvero la truffa? Secondo Lavoce.info no

In attesa dell’iter giudiziario, è interessante prendere atto di quanto sostengono Marzio Galeotti, Irina Giardini, Alessandro Lanza e Matteo Manera su Lavoce.info, in un articolo dello scorso 4 aprile. Spiegano gli autori:

Se poi si vuole andare a vedere dove si potrebbe annidare la speculazione, quello che bisogna guardare è il differenziale (“diff”) tra il prezzo netto e il prezzo della materia prima, cioè del greggio. Il differenziale comprende i margini sia della raffinazione che della distribuzione dei carburanti e dipende anche dalla struttura competitiva di questi mercati.

Viene poi mostrato un grafico (Figura 1) che mostra l’andamento dei suddetti prezzi e del differenziale:

Come si può vedere, gli andamenti sono pressoché perfettamente allineati. Se ci fosse la speculazione, il valore del differenziale dovrebbe impennarsi verso l’alto. Gli autori prendono poi in esame anche l’ipotesi di un ritardo tra prezzo netto del carburante e prezzo del greggio, ma – anche in questo caso con abbondanza di dati – concludono che tale ipotesi non trovi riscontro nei dati.

Il vero amplificatore? L’ IVA

Ciliegina sulla torta, l’articolo precisa che

Il vero amplificatore del trend di crescita registrato dalla componente materia prima del prezzo netto dei carburanti negli ultimi giorni è rappresentato dalla componente fiscale (Iva).

Il che – spiegano qualche riga sopra – è ovvio:

essendo una percentuale, [l’IVA] tende ad amplificare gli aumenti e contenere le riduzioni del costo industriale e delle accise

Non sorprende più tanto, quindi, se questa crociata contro le speculazioni non sia stata accompagnata da altrettanta indignazione per l’IVA: il caro-benzina aveva portato nelle casse dello Stato centinaia di milioni di euro già nel terzo trimestre 2021, e l’extragettito a fine 2022 viene stimato in miliardi di euro. Per dirlo con le parole di Oscar Giannino: il vero Paperone al distributore resta lo Stato.

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