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Furto banche dati: attenzione e cautela al Quirinale, regole digitale a tutela democrazia.

Sviluppo tecnologia opportunità ma proteggere libertà e dignità persone Attenzione e cautela e soprattutto, come al solito, nervi saldi. Al...

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Sviluppo tecnologia opportunità ma proteggere libertà e dignità persone

Attenzione e cautela e soprattutto, come al solito, nervi saldi. Al Quirinale viene naturalmente seguita in maniera approfondita l’ultima inchiesta relativa all’accesso illecito a banche dati, dalla quale emergerebbe addirittura un’intrusione su un account riconducibile al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ovvio che dal Colle non trapelino reazioni, ma da tempo il Capo dello Stato mette in guardia sui rischi che accompagnano potenzialità e opportunità dello sviluppo digitale.

Viviamo infatti “in una stagione che registra continuamente nuovi strumenti nelle condizioni della vita sociale, con grandi benefici, ma anche con nuovi pericoli, dovuti al loro utilizzo illecito da parte della criminalità, come avviene nel grande orizzonte proposto dal web e nelle prospettive, già in parte concretamente presenti, della intelligenza artificiale”, ha sottolineato incontrando nell’aprile scorso una delegazione della Polizia di Stato.

Una questione che richiama l’inchiesta in corso a Milano e i risvolti illegittimi legati all’utilizzo delle tecnologie, ma che rimanda a un tema che tocca più in generale la libertà e la sicurezza dei cittadini e quindi la vita democratica, anche in ambiti nei quali l’uso degli strumenti digitali avviene quotidianamente e in modo legale. A partire appunto dalle applicazioni legate all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale.

Necessarie regole a garanzia cittadini

“Va considerato -avvertì ad esempio Mattarella quasi un anno fa, in occasione dell’incontro di fine anno con i rappresentanti delle Istituzioni, delle forze politiche e della società civile- che la gestione delle tecnologie più avanzate è, nei fatti, patrimonio esclusivo di poche grandi multinazionali che, oltre a detenere una quantità imponente di dati personali –talvolta artatamente carpiti– possono condizionare i mercati, incluso quello che, abitualmente, loro stesse definiscono il mercato della politica”.

“È inevitabile, verosimilmente, che gli operatori dominanti in questo settore abbiano grandi dimensioni perché quelle attività richiedono capacità, dati, infrastrutture tecniche e risorse economiche che soltanto un numero estremamente ristretto di soggetti può assicurare, ma vi è l’esigenza di regole –non ostacoli ma regole a garanzia dei cittadini– per evitare che pochi gruppi possano condizionare la vita di ciascuno di noi e la democrazia”.

E intervenendo al Festival delle Regioni la settimana scorsa, il Capo dello Stato, ha ribadito che “occorre, globalmente, una disciplina che consenta lo sviluppo dei progressi e delle opportunità, ma che tuteli la dignità delle persone. Un sistema adeguato di governance che favorisca lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale assicurando che venga utilizzata per affermare e non per violare la dignità umana”.

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