Renzi, tra le vittime, si costituisce parte civile e Iv chiede commissione inchiesta – Pd, ‘inquietanti giochi potere tutti interni a centrodestra’
Le opposizioni chiamano la premier Giorgia Meloni in aula a chiarire come sia stata possibile la violazione di banche dati con hackeraggi arrivati fino alle più alte cariche dello Stato. Richieste di informative urgenti, interrogazioni fino alla richiesta di una commissione d’inchiesta sulla vicenda, avanzata da Italia Viva, con Matteo Renzi che risulta tra le vittime degli hacker e che si è già costituito parte civile. Le critiche delle opposizioni si concentrano sulla gestione della cybersicurezza da parte del governo, definita un “colabrodo”, e sulle scelte della premier Meloni in merito a chi affidarla.
Renzi accusa: “Alla guida di quell’agenzia non hanno messo un tecnico, ma un prefetto che però di cybersicurezza non è troppo esperto e che invece di occuparsene va sul palco della Meloni a Pescara a dire che Meloni cambierà l’Europa. Ma noi lo paghiamo per proteggere i nostri dati, non per fare propaganda alla Meloni”.
Ma non solo. Per le opposizioni la faccenda è tutta interna al centrodestra viste le personalità coinvolte. “Non possiamo accettare che, per inquietanti giochi di potere tutti interni alla maggioranza che ci governa, vengano stravolte le regole e il sistema di sicurezza del nostro Paese”, dicono i capigruppo Pd di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, chiamando la premier Meloni in aula a fare chiarezza. “Vogliamo sapere come sia possibile che sia stato violato il sistema dello Sdi, con hackeraggi di dati che, a quanto pare, toccano le più alte cariche dello Stato; chiediamo di conoscere quali siano le iniziative che il governo, ora, intende mettere in campo per chiudere questa grave falla nel sistema di sicurezza; vogliamo sapere se esiste e quale sia l’eventuale grado di coinvolgimento di pezzi di apparato dello Stato”.
Conte, ‘premier riferisca su grave squarcio di illegalità’
Anche Giuseppe Conte chiede che la presidente Meloni vada in Parlamento perchè “dall’enorme caso milanese della ‘banda dei dossier’ emerge che a dover dare spiegazioni sono esponenti del centrodestra oltreché del mondo imprenditoriale”, sottolinea il leader M5S. “Chi oggi ci governa -aggiunge- lasci stare i complottismi e si metta urgentemente al lavoro per mettere in sicurezza le Istituzioni della Repubblica e la privacy dei cittadini, che sembrano ormai una groviera. Venga la Presidente Meloni a riferire in Parlamento su questo grave squarcio di illegalità”.
Anche Nicola Fratoianni mette l’accento sul fatto che la faccenda riguardi da vicino soprattutto il centrodestra: “Sono settimane che Giorgia Meloni cerca nemici ovunque, fra le opposizioni innanzitutto. E poi si scopre che esiste un’organizzazione criminale che ha accesso ai dati di tutta Italia, che spia politici e addirittura alte cariche dello Stato per conto di manager e imprenditori davvero molto vicini alla destra, se non proprio su richiesta di alcuni esponenti della maggioranza, come sembra apparire dalle intercettazioni pubblicate sui giornali”.
Riccardo Magi chiede che “il governo faccia massima chiarezza in Parlamento su quanto avvenuto e garantisca la protezione di queste informazioni. La destra non faccia la vittima e ci spieghi come è possibile che il governo dei patrioti espone migliaia se non milioni di cittadini al rischio di vedere informazioni riservate sul loro conto trafugate in maniera così semplice”. Le opposizioni attaccano anche dal punti di vista degli investimenti: “La legge sulla cybersicurezza è priva di risorse”, dice il Pd. Da Azione la vicepresidente Giulia Pastorella rimarca: “Per affrontare questi problemi serve una maggiore attenzione nella scelta dei fornitori, controlli sugli accessi alle informazioni sensibili e investimenti in formazione per qualificare il personale che lavora nelle istituzioni”.