Disponibile su Amazon Prime Video, la serie ripropone il canovaccio dello storico film del 1999 senza però la sua anima più particolare: ecco di cosa parla il remake di Cruel Intentions
Durante lo scorso mese di marzo si sono festeggiati i 25 anni di un cult senza tempo che ha segnato un’intera generazione. Dopo che si è parlato per anni di una serie tv sequel – progetto poi naufragato tristemente -, il franchise di Cruel Intenstions rivive sotto un’altra forma e in un’ottica che strizza l’occhio alla tradizione dei recenti teen-drama. Su Amazon Prime Video, dal 21 novembre, sono disponibili gli 8 episodi che compongono la prima (e si spera unica) stagione di una serie tv che cerca di rilanciare il marchio di Cruel Intentions. Nonostante le buone intenzioni e la storia molto attuale che riflette – inconsapevolmente – sullo stato dei college e dell’istruzione Nord americana, lo show non riesce a bucare lo schermo, perdendosi in una narrazione poco incisiva e per nulla coinvolgente. Resta l’anima di Cruel Intentions ma tutto il resto è piegato a uso e consumo di una storia nata per stupire il pubblico a tutti i costi, senza badare ai veri contenuti della serie tv. 25 anni fa, il progetto era nato solo per descrivere quanto fosse dissipata la generazione pre-internet, oggi la serie è come se fosse fuori tempo massino dato che non aggiunge e non toglie nulla a un racconto intra-generazione e che cade vittima di colpi di scena fin troppo telefonati e decisamente poco incisivi. Cosa resta del “vero” Cruel Intentions? La serie di Amazon Prime vive di riflesso. Di quel cult non è rimasto proprio nulla.
Storie di sesso e di intrighi: la trama di Cruel Intentions
Ambientata in un rinomato college di Washington, la serie segue due fratellastri che si divertono a manipolare le persone solo per mantenere il loro status quo. Da una parte c’è Lucien – efebico ragazzo che studia economia che passa da un letto a un altro con facilità– dall’altra c’è Caroline – donna ambigua e ricattatrice -. Entrambi sono legati da un rapporto morboso e non smettono di farsi la “guerra” solo per gusto di farlo. Quando nella vita di Lucien e Caroline entra Annie, figlia del vice presidente degli Stati Uniti, tra i due scatta la competizione. Caroline la vorrebbe nella sua confraternita e convince Lucien a sedurla. Il ragazzo accetta la sfida solo a una condizione: che se riuscirà a passare una notte d’amore con Annie, chiede di reclamare il corpo della sorellastra. Il gioco ha inizio sotto il più roseo degli auspici ma quando Lucien capisce le vere intenzioni di Caroline e, soprattutto, conosce Annie più a fondo, si gioca il tutto e per tutto pur di liberarsi della sorella.
Buone le intensioni ma pessima la release finale
Una storia fatta di sotterfugi, intrighi (di poco conto), di rovesci di fortuna, di colpi bassi e sesso. Forse si parla e si discute solo di sesso in tutti gli 8 episodi di Cruel Intentions come se fosse il vero motore della vicenda. Il che è anche giusto ma la serie – rispetto al film – non ha un’anima e non ha appeal. Dai personaggi che sono fin troppo belli e dannati, dal plot che non implode mai e che è vittima di un racconto che gira a vuoto e su stesso, fino alle intenzioni ultime del racconto che si getta (ancora una volta) in una disanima sconsiderata della generazione di oggi. Una fotografia sbiadita che, però, non racconta nulla di nuovo sui i miti e le leggende della Gen Z. Si racconta solo di un gruppo di ragazzi che vuole apparire a tutti i costi senza badare alle conseguenze. Ne esce fuori un ritratto brutale, senza vinti né vincitori.
Una serie che (purtroppo) vive di ricordi
Di quello che è stato il cult del 1999 (che a sua volta ha generato un sequel e un prequel solo per il mercato dell’Home video) non resta poco o nulla. Di quei personaggi così sexy e manipolari c’è solo il ricordo. Lucien, ad esempio, che dovrebbe prendere il posto di Sebastian che fu interpretato da Ryan Philippe, non riesce a convincere neanche per un minuto. Troppo poco sfrontato e troppo efebico per interpretare un uomo forte e vittima della sua brama di potere. Stessa cosa per Caroline che riprendere il ruolo che fu di Sarah Michelle Gellar. Pur brillando per doti recitative, le sue macchinazioni non sono nulla in confronto a quelle ordite da Kathryn. Tanto che il suo personaggio, a volte, risulta persino macchiettistico. Nell’ottica di far ricoprire i grandi cult del passato, questo “nuovo” Cruel Intentions è un esperimento che non ha proprio ragione di esistere.