

Dopo essere stato rieletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha ripreso la sua linea economica protezionista, intensificando la sua guerra commerciale contro l’Unione Europea. Tra le misure più incisive adottate nel suo secondo mandato, l’introduzione di dazi su vari prodotti importati, tra cui alcuni beni simbolici dell’eccellenza italiana, ha avuto un impatto diretto sulle esportazioni friulane di plastica, legno e liquori.
Nel suo secondo mandato, Trump ha riaffermato la sua politica “America First”, mirando a proteggere l’industria americana e ridurre il deficit commerciale con i principali partner internazionali, in particolare l’Unione Europea e la Cina. Sebbene i dazi sull’acciaio e sull’alluminio siano stati confermati, l’amministrazione Trump ha allargato il raggio d’azione, mirando a prodotti specifici provenienti da paesi europei, tra cui l’Italia. Tra i settori maggiormente coinvolti ci sono il legno, la plastica e, sorprendentemente, anche i liquori tipici del Friuli Venezia Giulia, un simbolo dell’artigianato e della tradizione enogastronomica italiana.
Il Friuli Venezia Giulia, una regione che affonda le sue radici nella tradizione della lavorazione del legno, della plastica e nella produzione di liquori come la grappa, è stata nuovamente colpita dalle politiche commerciali di Trump. Le nuove tariffe imposte sui prodotti di plastica, legno e alcolici, in particolare quelli esportati verso gli Stati Uniti, hanno messo in difficoltà molte piccole e medie imprese locali, che rappresentano il cuore pulsante dell’economia regionale.
Il Friuli è uno dei principali produttori di plastica in Italia, con numerose aziende che forniscono componenti per i settori automobilistico, edile ed elettronico. I dazi sugli articoli di plastica, che sono aumentati considerevolmente sotto la presidenza Trump, hanno spinto molte di queste aziende a rivedere le proprie strategie di esportazione. Non solo i costi di produzione sono aumentati, ma le difficoltà nel mantenere la competitività hanno reso ancora più arduo il commercio con gli Stati Uniti, uno dei principali mercati di destinazione.
L’industria del legno del Friuli, famosa per la qualità dei suoi mobili e dei suoi prodotti artigianali, ha subito un impatto analogo. I dazi sulle esportazioni di legno e articoli di arredamento destinati al mercato statunitense hanno rallentato notevolmente il flusso commerciale verso l’America. Nonostante il legno friulano sia apprezzato per la sua alta qualità, l’incremento dei costi ha reso più difficile per le aziende locali mantenere la competitività rispetto ai produttori di altri paesi.
La produzione di liquori, in particolare la grappa e i vini pregiati, è un altro pilastro dell’economia friulana. Sotto la presidenza di Trump, i dazi sulle bevande alcoliche importate hanno colpito anche la grappa friulana, riducendo la domanda negli Stati Uniti. Questo ha creato difficoltà per le cantine e i distillatori locali, che vedono nel mercato americano una delle principali fonti di reddito. Le nuove tariffe, in combinazione con le già esistenti barriere protezionistiche, hanno obbligato molte aziende a cercare nuovi mercati, pur senza riuscire a compensare appieno le perdite.
Le imprese friulane, che tradizionalmente dipendono dall’esportazione per sostenere la loro crescita, si sono trovate di fronte a una nuova serie di sfide. I dazi non solo hanno aumentato i costi di produzione e distribuzione, ma anche l’incertezza economica derivante dalla politica commerciale di Trump ha reso difficile pianificare a lungo termine. Alcune aziende sono state costrette a ridurre la produzione o a diversificare i mercati di destinazione, mirando ad altre aree come l’Asia o il mercato europeo, dove le politiche protezionistiche sono meno rigide.
L’Unione Europea ha reagito nuovamente alle politiche protezionistiche di Trump, imponendo dazi sui prodotti americani come il bourbon e il motociclismo. Le tensioni commerciali tra Stati